Lettera aperta:
” Sulla nostra pelle … L’inclusione scolastica dal punto di vista di chi la VIVE”
I primi siamo noi, si noi Genitori dobbiamo metterci in prima linea per dialogare in modo propositivo con gli staff che seguono i nostri bambini all’interno degli istituti scolastici.
Parliamo di bambini meravigliosamente complicati, ognuno con le sue peculiarità ed esigenze che devono essere valutate caso per caso. Non basta leggere i referti medici, bisogna sapersi rapportare con loro con empatia e professionalità.
Il primo giorno di scuola per noi non coincide mai con il calendario scolastico, dobbiamo aspettare le nomine degli Insegnati di Sostegno, l’attivazione del servizio di Assistenza Educativa alla persona e per i più …. meravigliosamente complicati anche l’attivazione dei Voucher Infermieristici.
Ma noi ogni anno non ci facciamo scoraggiare da tutti questi “Imprevisti” ormai per noi “Previsti”.
Adesso arriva il nostro momento, noi genitori dobbiamo coordinare le figure professionali che affiancheranno i nostri bambini, figure che spesso cambiano di anno in anno, questo vale soprattutto per gli insegnanti di sostegno che non detengono la cattedra.
La nostra più grande risorsa e sicurezza sono le Assistenti Educative alla persona, figure preparate con un curriculum di tutto rispetto fra lauree specialistiche ed esperienza in campo.
Naturalmente questo succede in quei Comuni come quello di Voghera dove si decide di intraprendere un percorso di accreditamento delle cooperativi con richiesta di curriculum, non è da tutti, ci sono Comuni che tutti gli anni emettono una gara d’appalto per il servizio senza richiedere professionalità, alla pari di un comune servizio pulizia di un’immobile!!!
Le Assistenti alla persona sono i nostri occhi e le nostre mani all’interno dell’istituto scolastico, informano le insegnati di sostegno e di ruolo aiutandole a rendere comprensibile le attività didattiche; si occupano dei bambini dal punto di vista fisico e comportamentale, sono e diventano il loro punto di riferimento per creare un rapporto di amicizia con i loro compagni.
Per dare forza all’inclusione e trasformare la presenza per molti “ingombrante” di un bambino con disabilità all’interno di una classe bisogna comprendere la potenzialità di permettere agli altri bambini di crescere con qualcuno che ha esigenze diverse dalle loro, e di comprendere che le diversità arricchiscono le persone e le rendono adulti consapevoli e più forti ad affrontare le difficoltà della vita.
DUE ESEMPI PER CAPIRCI MEGLIO:
… Valeria insiste per giocare sul tappeto elastico mentre saltano altri bambini che non conosce, è testarda insiste, la metto sul tappeto …
Uno dei bambini esclama “ Io me ne vado che schifo cos’ha quella bimba? Mi fa paura”
Valeria deve iniziare la sua esperienza scolastica in mensa:
La Preside “ … ma la presenza di sua figlia non è che urta la sensibilità degli altri 70 bambini in mensa?”
La mamma “ Cara Preside, spero stia scherzando non sono io a doverle spiegare che sta dicendo una bestialità facciamo così, glielo spiego con le parole di un bambino compagno di Valeria…. “Però furba la Vale ha trovato la scorciatoia, così non deve perdere tempo a masticare…” Vale mangia tramite la PEG un ‘impianto di alimentazione artificiale.
OGNI CLASSE DOVREBBE ESSERE ARRICCHITA DALLA PRESENZA DI UN BIMBO CON DISABILITA’ DETTO ANCHE BIMBO MERAVIGLIOSAMENTE COMPLICATO
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